Abbiamo tutti bisogno di più aziendalisti.
C'è una retorica stantia e depressa sulle persone che si comportano da "aziendalisti". Ma che diavolo è un vero aziendalista? E perché più ce ne sono, meglio è (per tutti)?
"Un allenatore aziendalista è un allenatore che porta risultati. Io mi reputo un manager dell'azienda Juventus, che alla fine dell'anno deve portare a casa il risultato." - Max Allegri
Parliamo di che cosa vuol dire essere un aziendalista.
Nella mia esperienza ho conosciuto molte persone che avevano il timore di sentirsi categorizzate come “aziendaliste”, come se fosse qualcosa di negativo, come se ci fosse una contrapposizione ideologico, culturale, sociale, tra i dipendenti, cioè le persone che fanno l'azienda, e l'azienda stessa, cioè il gruppo.
Essere aziendalista è usato da molto tempo come termine dispregiativo, una chimera da cui sfuggire per coloro che adottano un approccio più orientato a sostenere alcune scelte che poteva fare l'azienda, cioè che poteva fare il gruppo. A volte, magari, scelte impopolari, ma potenzialmente scelte giuste, che andavano nell'interesse di tutti.
Io penso che sia importante avere persone nelle aziende che siano aziendaliste. Anzi, tutti dovremmo volere degli aziendalisti attorno a noi, e dovremmo abbandonare il significato negativo di questo termine.
Nessuno vuole degli yes men/women, a nessuno sono utili questo tipo di persone, a nessuno è utile il leccaculo, a nessuno è utile la persona che, come si sente dire spesso, “fa politica”. Lo dico da imprenditore e guida di un gruppo di persone cui questi atteggiamenti spesso sono diretti. Questa sì che è roba tossica (a proposito: se non l’hai letta ne ho parlato nell’ultima letter).
NOT A SPONSOR - ma interessante:
Ambrosetti ha lanciato nel 2022 JAM, una divisione verticale dedicata a collaborare con le aziende allo sviluppo di un nuovo approccio al lavoro e al management, in grado di aprire le porte a giovani professionisti, di riconoscerne il potenziale e di mettere tutti in condizione di lavorare al meglio insieme.
Scoprilo qui ➞ JAM - Join the Ageless Mind
Le aziende hanno bisogno di persone aziendaliste, cioè di persone che vogliono fare l'interesse del gruppo, che abbiano chiaro che non c'è distinzione tra azienda e persone che ne fanno parte, ma si tratta dello stesso insieme.
Le persone aziendaliste lavorano nell'interesse del gruppo; molto spesso si sente parlare di individui, di dipendenti e di singoli, e ci si perde di vista il concetto di gruppo, che torna soltanto però nell'accezione comune quando parliamo di team.
Questo concetto culturale, questa concezione e accezione è totalmente sbagliata, forse figlia di un vecchio mercato del lavoro, forse figlia di un modo di intendere l'azienda, forse figlio del ‘900, ma sicuramente non più attuale dagli anni dal 2020 in poi.
Anche i singoli individui, anche coloro che pensano soltanto a se stessi, in realtà hanno bisogno che ci siano aziendalisti nella loro organizzazione e ne hanno bisogno, perché sono persone che lavorano per gli interessi di tutti e quindi anche il loro.
Certo, essere aziendalista significa non fare i propri interessi per primo, ma fare il proprio interesse e quello degli altri.
Essere aziendalista significa essere altruista, e severo con sé stessi e con gli altri. Ed essere aziendalista significa anche pretendere il massimo da sé, dagli altri e dalla propria organizzazione. Essere aziendalista significa essere trasparente, significa adottare un approccio di radical candor nel dialogo che c'è con le altre persone e con l'azienda stessa. Essere aziendalista, di fatto, ha dei significati molto più positivi rispetto a quelli che normalmente vengono attribuiti a questa parola.
Credo che se le persone avessero questa accezione di che cosa significa essere aziendalista, molte organizzazioni lavorerebbero meglio, con meno conflitti e forse aumenterebbero produttività, felicità delle persone sul lavoro e anche soddisfazione generale dell'impresa, dei suoi stakeholder e anche dei suoi shareholder.
Non so se questo è un futuro possibile perché si parla di sensibilità individuali, però sicuramente è un futuro che le organizzazioni vincenti sanno e sapranno costruire.
Un futuro in cui chi fa l'interesse dell'azienda non è visto come la persona che cerca un vantaggio individuale, ma come una persona che restituisce valore al gruppo, che fa il vantaggio del gruppo e, solo indirettamente, anche il suo.
#KeepPushing
Molte persone non credono nell’azienda per cui lavorano. Un tema enorme: qualcuno li ha assunti, forse non li ha valorizzati a dovere, forse amano lamentarsi, forse fa chic essere “contrarian”, forse il capitalismo è alla frutta. Forse